Ladri di biciclette ieri oggi e domani? | ||
16 novembre 2013 |
Tipologia: | Cicloturistica | |||
Difficoltà: |
Percorso con lievi dislivelli, facile | |||
Lunghezza: | 30 km | |||
Dislivello: | n.d. | |||
Trasporto: | Solo bici |
ITINERARIO
Dalla periferia al centro della nostra città A 65 anni dall'uscita del capolavoro di Vittorio De Sica Ladri di biciclette ripercorreremo i luoghi del film. Ma ci occuperemo anche dei ladri di oggi e parleremo della campagna della FIAB contro il furto. Il percorso di Ladri di biciclette Questo percorso ci da la possibilità di ripercorrere le strade ed i luoghi in cui è stato girato 65 anni or sono il film in questione. Si potrà costatare quindi come la Roma delle borgate, perché Val Melaina rientra nelle borgate ufficiali del Fascismo, fosse lontana , emarginata e povera rispetto alla Roma centrale, per raggiungere la quale si dovevano percorrere lunghi tragitti a piedi fra sterrati e strade polverose, per poi stiparsi in autobus stracolmi di persone. Tutta la vita economica, legale o illegale, si svolgeva al centro dove il protagonista si doveva recare per lavorare ed anche per ritrovare la bicicletta rubatagli, per riscattare la stessa bici dal Monte di Pietà, per chieder consiglio alla veggente, per affrontare il ladro e per scoprire che anche la carità (pane e preghiere) della buona borghesia si fa in centro. In centro, anche lì c'è la povertà, ma lì il tessuto sociale regge tant'è che per proteggere il ladro si solleverà, contro il derubato e la guardia, la comunità del vicolo. Al contrario i sottoproletari della periferia ci sono descritti come soggetti completamente isolati, in concorrenza per il posto di lavoro davanti all'ufficio di collocamento e soli nei poveri appartamenti dei palazzoni. L'unica risposta di solidarietà il protagonista la riceverà da un amico di partito che si divideva tra l'essere uno spazzino di giorno e figurante di una misera compagnia di avanspettacolo di notte. Nota a margine: i sottoproletari delle borgate (lontane, emarginate e povere) si muovono con naturalezza nella città storica perché in quella sono nati e cresciuti e da quella sono stati deportati. LOCATION RIPERCORSE DAL NOSTRO GIRO Via di Val Melaina, ci sono le Case popolari dove abita il protagonista e la sua famiglia. Negli stessi lotti c'è l'ufficio di collocamento via Gran Paradiso / via Scarpanto. Ponte Tazio è vicino alla fermata (via Maiella) dell'autobus presso la quale si incontrano padre e figlio km. 1,5 circa dalle abitazioni. via Nomentana (percorso non fa parte delle location del film). Piazzale di Porta Pia capolinea dell'autobus che porta a via Maiella. Porta Pinciana è dove il protagonista riceve i rudimenti da attacchino. via Crispi è dove avviene il furto della bicicletta. via dei Montecatini c'è la sede dell'ufficio presso il quale ha preso servizio il protagonista. Piazza Vittorio primo luogo di ricerca della bici rubata (non verrà toccato dal nostro percorso). Ponte Palatino dove padre figlio bloccano il vecchio che hanno visto parlare con il ladro. San Michele - Porta Portese è dove il ladro ed il vecchio vengono visi parlare e poi il ladro scappare. La scena seguente, nel film, è girata in una spianata ormai ricoperta per kilometri da edifici. Viale delle Terme di Caracalla - chiesa SS. Nereo e Achilleo (non verrà toccato dal nostro percorso). (San Cosimato sosta pranzo non fa parte delle location del film). via Giacomo Venezian 19/A casa della veggente. vicolo della campanella dove c'è la Casa di Tolleranza nella quale si è rifugiato il ladro e dove c'è, in altro portone, l'abitazione del ladro. Ponte Duca D'aosta dove vagano padre e figlio e dove il figlio si perde. via Pietro da Cortona dove il protagonista ruba una bicicletta. viale Tiziano Stadio Flaminio (all'epoca del film Stadio Nazionale abbattuto nel 1957, dove si disputava la partita della Roma). La trama del film Ladri di biciclette da wikipedia Roma, secondo dopoguerra. Antonio Ricci, un disoccupato, trova lavoro come attacchino comunale. Per lavorare deve però possedere una bicicletta e la sua è impegnata al Monte di Pietà, per cui la moglie Maria è costretta a dare in pegno le lenzuola per riscattarla. Proprio il primo giorno di lavoro, mentre incolla maldestramente un manifesto cinematografico, la bicicletta gli viene rubata. Antonio rincorre il ladro, ma inutilmente. Andato a denunciare il furto alla polizia, si rende conto che le forze dell'ordine per quel piccolo e frequente furto non potranno aiutarlo. Tornato a casa disperato e amareggiato, capisce che l'unica possibilità è mettersi lui stesso alla ricerca della bicicletta. Chiede quindi aiuto a un suo compagno di partito, che mobiliterà i suoi colleghi netturbini. All'alba, insieme al figlio Bruno,che lavora in distributore di benzina, e al compagno di partito, si recano a cercare la bici a Piazza Vittorio prima e a Porta Portese poi,dove tradizionalmente venivano rivenduti gli oggetti rubati. Tuttavia non c'è niente da fare: la bicicletta, forse ormai smembrata nelle sue parti, non si trova. Per la disperazione Antonio si rivolgerà persino ad una "santona", una sorta di veggente, che accoglie nella sua casa un'umanità varia, afflitta e disgraziata. A Porta Portese un vecchio barbone viene visto da Antonio insieme al ladro, che subito si dilegua. Anche il vecchio vuole sfuggire a Ricci che lo segue fino a una mensa dei poveri, dove dame di carità della pia borghesia romana distribuiscono minestra e funzioni religiose agli affamati. Antonio costringe il barbone a rivelargli il recapito del ladro, ma è solo per caso che s'imbatte in lui in un rione malfamato, dove tutta la delinquenza locale sostiene il ladro minacciando la vittima del furto. Anche un "buon carabiniere" figura tipica e popolare dell'autorità giusta e benevola chiamato da Bruno, in mancanza di prove, non può fare alcunché per arrestare il colpevole. Stravolti dalla stanchezza, Antonio e Bruno aspettano l'autobus per tornare a casa, quando Antonio vede una bicicletta incustodita e tenta maldestramente di rubarla. È subito fermato e aggredito dalla folla. Solo il pianto disperato di Bruno, che muove a pietà i presenti, gli eviterà il carcere. Il film si chiude con il mesto ritorno a casa dei due: Bruno stringe la mano al padre per consolarlo mentre su Roma scende la sera. INFORMAZIONI
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