Gli acquedotti perduti | ||
17 febbraio 2013 |
Tipologia: | Strade bianche | |||
Difficoltà: |
Percorso che richiede allenamento | |||
Lunghezza: | 50 km | |||
Dislivello: | 550 mt | |||
Trasporto: | Treno + bici |
ITINERARIO
Zagarolo-Gallicano-Colonna stazione N.B. Il percorso si svolge in massima parte su strada asfaltata, ma percorreremo anche tratti non brevi di strada sterrata, in alcuni punti in discesa o salita non agevolmente pedalabile, con presenza di zone umide con possibilita' di pozzanghere o piccoli tratti fangosi, con tratti di prato ; per questa ragione sono sconsigliate le bici da corsa ed e' consigliata la conduzione a mano in alcuni punti. Uscendo dalla stazione si percorre un breve tratto di via Casilina, rigorosamente in fila indiana e ad adeguata distanza tra noi, per svoltare verso Zagarolo, dove sara' possibile una brevissima sosta, se ce ne fosse bisogno. Attraverseremo tutto il bel centro storico nella sua lunghezza, facendo attenzione se in zona pedonale o contromano. Seguendo la via maremmana giungeremo presso Gallicano nel Lazio e da qui nei pressi degli acquedotti, nascosti ai nostri occhi da vallate con vegetazione rigogliosa e campagna. L' avvicinamento lungo i percorsi descritti ci portera' fin sotto ed anche sopra i ponti romani; qui il consiglio e' di cercare di seguire le spiegazioni della guida, senza indugiare troppo. E' infatti importante dedicare tempo alla visita, ma anche non perdere di vista l' orario, in quanto per il ritorno a Roma c' e' un solo treno possibile, da non perdere. GLI ACQUEDOTTI PERDUTI Nei pressi di Gallicano, Poli e San Gregorio da Sassola, tra la folta vegetazione dei monti Prenestini, visiteremo i luoghi che ospitano i resti degli antichi acquedotti romani già alimentati dalle sorgenti dellAniene. «La costruzione degli acquedotti fu una delle imprese più impegnative, meglio riuscite e più significative della civiltà romana», così vengono definite dallarcheologo Romolo A. Staccioli queste opere straordinarie che hanno permesso allUrbe di utilizzare unenorme quantità dacqua per alimentare fontane, ninfei e terme imperiali. Le sorgenti che rifornivano gli acquedotti si trovavano alla base dei monti e delle colline che attorniano la città: colli Albani, monti Lucretili, Prenestini, Simbruini e Sabatini. Nella valle dellAniene, nei dintorni di Gallicano alle pendici dei monti prenestini, passano quattro antichi acquedotti. Il più antico è lAnio Vetus (272 - 269 a.C.), costruito con i proventi del bottino di guerra contro Pirro re dellEpiro, che captava lacqua direttamente dal fiume Aniene nei pressi di S. Cosimato tra Vicovaro e Mandela. Molti anni più tardi il pretore Quinto Marcio Re fece costruire lAqua Marcia (144 - 140 a.C.), unopera colossale che conduceva a Roma unacqua di qualità eccellente. Quasi due secoli dopo (38 - 52 d.C.) limperatore Caligola, per far fronte alle aumentate esigenze della popolazione, avviò la costrizione di due grandi acquedotti: Aqua Claudia e Anio Novus, terminati dallimperatore Claudio. Itinerario Nella mappa sindividuano i percorsi dei quattro acquedotti aniensi. Ciò che interessa è raggiungere in bicicletta alcuni ponti semi diruti, ma ancora splendidi, che attraversano i corsi dacqua. Il primo che incontriamo è Ponte Lupo dellAqua Marcia: una delle opere più affascinanti perché consolidate e restaurate in varie epoche. Nel corso del tempo, il suo aspetto elegante e slanciato che ancora oggi si evidenzia negli archi centrali in opera quadrata, fu completamente snaturato dagli interventi di Agrippa e Adriano, fino al completo rifacimento con speroni semi-circolari di epoca severiana. Il secondo è ponte della Mola di San Gregorio, realizzato in età adrianea per accorciare di oltre un chilometro lantico acquedotto Anio Vetus. I costruttori di questultimo, infatti, per evitare pendenze eccessive lo allungarono esageratamente facendogli compiere un lungo percorso a serpentina. Per compiere questo intervento di ripristino, fu costruito un lungo ponte con doppio ordine di ventinove arcate per una lunghezza di 156 metri. Nei pressi potremo osservare ponte San Pietro, una poderosa struttura in opera quadrata del II secolo a.C. lungo più di 90 metri che sosteneva i canali dellaqua Marcia. Se avremo tempo e voglia potremo ammirare lultimo ponte in programma. Oltrepasseremo Gericomio e ci inoltreremo in uno stretto e lungo viottolo del bosco che ci condurrà sopra il fosso dellacqua Raminga. Proprio qui, scendendo a piedi su un sentiero impervio, si nasconde Ponte SantAntonio dellAnio Novus. Lungo 120 metri è formato da un grande arco centrale alto 32 metri affiancato da piccoli archi a doppia campata. La struttura è in opera quadrata di tufo con pilastri in opera reticolata. INFORMAZIONI
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